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Alla scoperta del Parmigiano Reggiano con Nicola Bertinelli

Il Rotary Salsomaggiore ha incontrato il presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano Bertinelli.

Il Parmigiano Reggiano è uno dei simboli del nostro territorio, a cui, come tutti i prodotti DOP è fortemente legato. La sua particolarità è che si può produrre solo in una ristretta area della Pianura Padana perché solo qui ci sono le condizioni adatta. E tutto il valore che crea rimane sul territorio. Di questi temi ha parlato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, ai soci del Rotary Club Salsomaggiore Terme in occasione della conviviale di mercoledì scorso al ristorante Gustincanto di Fidenza.

Introdotto dal presidente del club, Francesco Maini, Bertinelli, che è anche presidente regionale e vicepresidente nazionale di Coldiretti, ha raccontato le attività portate avanti dal consorzio per la promozione del Parmigiano Reggiano. “Il nostro particolare microclima fa in modo che si sviluppino batteri lattici buoni sull’erba medica da cui si ricava il fieno che mangiano le mucche e che poi vengono trasferiti nel latte. Questi batteri sono il DNA del parmigiano” ha spiegato Bertinelli. La filiera del Parmigiano Reggiano è fatta da 303 caseifici che acquistano il latte dal 2300 aziende agricole. 15 operatori intermedi comprano il formaggio dopo 12 mesi di stagionatura e occupano poi di distribuzione e logistica oltre che di proseguire la stagionatura. Nell’ultimo anno sono state prodotti 22 milioni di quintali di latte e 4 milioni di forme di Parmigiano per un settore che conta 267 mila bovini e 50 mila addetti. Il Parmigiano ha quindi un grande impatto economico. “La vera forza del Parmigiano è che il valore creato rimane sul territorio. Ad esempio, il latte venduto per il Parmigiano rende agli agricoltori di più che il latte destinato ad altri usi. Questo fa sì che la collina e la montagna sia vissute, lavorate e curate – ha concluso Bertinelli – . Il nostro formaggio crea, quindi, valore economico, occupazione e tutela il territorio. La nostra comunicazione deve raccontare tutto questo”.