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Le pietre sonore di Pinuccio Sciola suonano per l’ospedale di Vaio

Nella Cattedrale di Fidenza un concerto per la Pediatria dell’ospedale di Vaio promosso dal Rotary Salsomaggiore

 La bellezza è stata il filo conduttore della serata di sabato 12 aprile nella Cattedrale di San Donnino. La bellezza della Cattedrale, la bellezza delle Pietre sonore di Pinuccio Sciola, la bellezza dei canti del coro Montecastello e la bellezza della solidarietà. Scopo del concerto organizzato dal Rotary Club Salsomaggiore Terme, con il patrocinio del Comune di Fidenza e della Diocesi di Fidenza, era, infatti, raccogliere fondi per l’unità operativa di Pediatria dell’ospedale di Vaio. Fondi che, come ha spiegato Pierluigi Bacchini, direttore dell’unità operativa, saranno utilizzati per sostenere l’istituzione di un Pronto soccorso pediatrico, richiesto a gran voce dai fidentini.

Ospite speciale della serata, presentata dalla giornalista Patrizia Ginepri, è stata Maria Sciola, figlia di Pinuccio Sciola, artista sardo scomparso nel 2016. «Mio padre era un visionario, che ha trovato nelle pietre il suo medium espressivo. Lui amava la natura e le pietre dialogano con la natura. Infatti, era molto legato alla figura di San Francesco, proprio per il suo dialogare con la natura. L’eredità più grande che ci ha lasciato è il rispetto» ha detto. Maria Sciola ha poi dato il via al concerto suonando le Pietre sonore insieme al maestro Mino Monica. Il suono delle Pietre sonore si è intrecciato con il silenzio, con la voce della soprano Stela Dicusara e del coro Montecastello diretto dal maestro Mino Monica e le parole del poeta Paolo Lagazzi.

Prima del concerto hanno portato i propri saluti, oltre a Maria Sciola, anche il presidente del Rotary Club Salsomaggiore Terme Marco Faelli, lo storico dell’arte Giovanni Godi e il consigliere comunale Alessio Rollo, in rappresentanza dell’amministrazione comunale. Al termine della serata, che ha riempito la Cattedrale, il vescovo di Fidenza Ovidio Vezzoli si è complimentato con gli organizzatori e gli interpreti del concerto, parlando di un «percorso inedito ed impegnativo», sottolineando come il dialogo tra pietre, silenzio e voce umana inviti a riflettere. «Oggi spesso siamo costretti all’ovvio e al ripetitivo, invece la bellezza non è mai scontata e mai uguale a se stessa» ha concluso.